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Don Tonino aveva di certo intuito che la dignità non è questione di riconoscimento dell'altro. Così come è. Vale per le donne, ma non solo per loro. Non vorremo però anche noi, come lui scrive a Myriam, essere accusati "di aver fornito imprudentemente ai circoli femministi pericolosi argomenti biblici, strumentalizzabili per le loro rivendicazioni". Ma vorremmo che queste pagine fossero usate, e le donne soprattutto le usassero, per fare battaglie per riconoscere la dignità a ognuno e ovunque. Al di là delle quote e delle appartenenze. Perché la salvezza è universale: la facciamo tutti ed è un diritto di tutti.
Ecco i concetti fondamentali espressi dal volume che possiamo ritrovare nella bellissima Introduzione. "Le donne di queste lettere, diventano protagoniste a pieno titolo della Salvezza, in un mondo che la immagina e tramanda pensandola al maschile. Allora, ma anche oggi."
Sara e le altre donne non sono donne straordinarie, possono essere anche piene di limiti e difetti, essere "invidiose e peccatrici"...
Ma le donne non occupano mai la scena, sono protagoniste nei fatti, ma non possono apparire perché il palcoscenico "apparteneva per cultura agli uomini".
Leggi la Prefazione nei "Contenuti Extra"
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