San Paolo Store

29/07/2018

Santa Marta

Marta vive con la sorella Maria e il fratello Lazzaro a Betania, un paesino che dista solo “quindici stadi” (meno di tre chilometri) da Gerusalemme. Ce la fa incontrare per la prima volta il Vangelo di Luca, nel giorno in cui Gesù è loro ospite. E appunto Marta, tutta in faccende per rendere gradevole l’accoglienza, vede che sua sorella Maria se ne sta invece accoccolata ad ascoltare Gesù; e si lamenta con lui, chiedendogli di intervenire: “Mi lascia sola a servire: dille che mi aiuti!”. Ma è a lei, invece, che Gesù dice qualcosa: “Marta, Marta, tu ti inquieti e ti affanni per molte cose, ma una sola è necessaria; Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta”. L’operosità è importante e bella, ma più importante è l’ascolto della verità. Ritroviamo Marta davanti a Gesù (nel Vangelo di Giovanni, al capitolo 11) in un momento di dolore. Lazzaro si ammala gravemente e le sorelle mandano ad avvisare Gesù, a qualche giornata di cammino da Gerusalemme (si avvicina il tempo della Passione). Lui indugia, mentre Lazzaro muore; poi dice ai discepoli: “Lazzaro, il nostro amico, dorme; ma vado a risvegliarlo”. Arriva poi a Betania, ed è Marta la prima a corregli incontro sulla strada. Poi c’è tra loro il dialogo riferito dall’evangelista. Marta: “Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto: ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, te la concederà”. Gesù: “Tuo fratello risorgerà”. Marta: “Lo so che risorgerà, nell’ultimo giorno”. Gesù: “Io sono la Risurrezione e la vita; chi crede in me non morrà in eterno. Credi tu questo?”. E pronta è la risposta di fede: “Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, che viene in questo mondo”. Marta poi corre in casa a chiamare la sorella Maria.

Raggiungono Gesù che fa aprire la tomba di Lazzaro, e allora a Marta sfugge un’esclamazione tutta umana, fisica: “Signore, già puzza, perché è sepolto da quattro giorni!”. E subito, prima ancora di restituirgli vivo il fratello, Gesù riconferma lei nella fede: “Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?”. Gesù ritorna poi a Betania ormai alla vigilia del Calvario, sei giorni prima della Pasqua. Lo hanno invitato a cena, e Lazzaro naturalmente è tra i commensali. Maria, una delle sorelle, usa a Gesù i riguardi dovuti agli ospiti più onorati: “Presa una libbra di profumo di nardo puro, unse i suoi piedi”. E Marta fa la sua parte consueta: “Serviva a tavola”, dice Giovanni. Da questo momento non sappiamo più nulla di lei. Ma alcuni secoli dopo la sua figura diventerà la protagonista di varie leggende. Secondo una di esse, molto diffusa in Francia alcuni secoli dopo, lei sarebbe arrivata con Maria e con Lazzaro in Provenza, abitando dapprima ad Avignone e poi a Tarascona, dove avrebbe concluso la sua vita con uno strepitoso miracolo, lottando contro un mostro. Al suo nome sono state intitolate nel tempo varie congregazioni religiose femminili. In Francia, a Pontarlier, nel 1687, le Ospitaliere di santa Marta, per la cura degli infermi. In Canada, le Suore di santa Marta, fondate nel 1900 da Monsignor Cameron, con attività educative e assistenziali. In Italia, le Suore di santa Marta, fondate nel 1895 a Ventimiglia (Imperia) dal beato Tommaso Reggio, per la formazione dei giovani, la cura degli ammalati e per le opere parrocchiali.