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04/07/2018

Santa Elisabetta del Portogallo

Suo padre, il re Pietro III di Aragona, la dà in moglie a Dionigi re del Portogallo:“Dom Diimis”, come lo chiamano i sudditi. Dionigi è un buon sovrano,ma un pessimo marito, sempre impelagato con altre donne e padre via via di altri figli, oltre ai due che gli dà Elisabetta. E lei, malgrado i tradimenti del marito, gli rimane impeccabilmente fedele, tutta dedita ai figli Alfonso e Costanza, come ai sofferenti per malattie “brutte” a Lisbona. Dionigi deve pur avvertire la sua superiorità morale; tant’è che più tardi, quando il figlio Alfonso gli si ribella, è l’autorità di Elisabetta a evitare lo scontro armato tra padre e figlio. Quel fatto le procura l’accusa di parteggiare per il figlio contro Dionigi e allora la confinano nella cittadina di Alenquer. Ma presto il marito la richiama. Ha bisogno di lei e del suo consiglio. Elisabetta torna, riprende il suo posto accanto al re.  E quando una malattia mortale lo colpisce, è lei a curare di persona il marito, fino alla fine.

Dopo la morte del re, nel 1325, sale al trono il figlio Alfonso IV, e a Elisabetta non resta che fare la regina madre a Lisbona. Si fa pellegrina e penitente,con l’abito di terziaria francescana, andando fino al santuario di Santiago di Compostela a piedi nudi. Poi viene accolta dalle clarisse nel monastero di Coimbra, fondato da lei, e ne condivide la vita, senza però pronunciare i voti (lo farà poco prima di morire). Il monastero diventa la sua casa ma una volta deve uscirne, perché c’è ancoancora bisogno di lei: deve riconciliare suo figlio Alfonso IV col re Ferdinando di Castiglia, suo genero. Elisabetta ha ormai sessantacinque anni, il fisico indebolito dalle penitenze,e in piena estate il viaggio è troppo faticoso per lei. Incontra il figlio e la nuora, fa sostanella cittadina di Estremoz, ma non riesce  a proseguire: stanchezza e febbri troncano la sua vita. Il suo corpo viene riportato al monastero di Coimbra, e nel 1612, riesumato per l’inchiesta per il processo di canonizzazione, lo si troverà incorrotto. Nel 1625, papa Urbano VIII la proclamerà santa a Roma.