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02/08/2018

Sant’Eusebio di Vercelli

Arriva in gioventù dalla nativa Sardegna a Roma, segue gli studi ecclesiastici e si fa apprezzare da papa Giulio I, che verso il 345 lo nomina vescovo di Vercelli: è il primo vescovo del Piemonte. Qui stabilisce per sé e per i suoi preti l’obbligo della vita in comune, collegando l’evangelizzazione con lo stile monastico. Ora i cristiani, non più perseguitati, cominciano a litigare tra loro. Con l’appoggio della corte imperiale, gli ariani hanno il sopravvento in molte regioni, e fanno esiliare per cinque volte il più energico sostenitore della dottrina nicena: Atanasio, vescovo di Alessandria, ammirato da Eusebio che l’ha conosciuto a Roma. Il papa Liberio manda all’imperatore Costanzo appunto Eusebio, già suo compagno di studi, con Lucifero, vescovo di Cagliari. Ed essi ottengono di rimettere la questione a un nuovo concilio, che si riunisce nel 355 a Milano, dove viene anche il sovrano. E subito si riparla di condannare ed esiliare Atanasio. Solo in tre lo difendono: Eusebio, Lucifero, e Dionigi, vescovo di Milano, e Costanzo li esilia. Eusebio viene mandato a Scitopoli di Palestina, poi in Cappadocia, poi nella Tebaide egiziana. Nel 361, morto Costanzo, si revocano le condanne: Atanasio torna ad Alessandria e indice un concilio, presente anche Eusebio, che poi è chiamato ad Antiochia di Siria, dove l’estremismo del vescovo Lucifero fa litigare i cattolici tra di loro. Nel 362 torna a Vercelli, dove riprende l’attività pastorale e di studio, e istituisce la diocesi di Tortona. La morte lo coglie nella sua città episcopale, che ne custodisce tuttora le reliquie in duomo, ricordandolo, anche oggi, col nome del giornale della diocesi: “L’Eusebiano