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01/09/2018

Sant'Egidio (Gilles)

C’è su di lui una leggenda gentile. Viveva da eremita nelle campagne intorno a Nîmes, con la sola compagnia di una cerva, e si nutriva del suo latte. Un giorno venne lì a caccia il re dei goti e scagliò contro la cerva una freccia: ma Egidio le fece da scudo prendendosi la freccia in una gamba. Non è ben certa la vicenda della sua origine. Sarebbe stato un greco di Atene, arrivato in Francia tra il VII e l’VIII secolo, e più tardi fondatore di un monastero presso Nîmes, nel luogo che da lui si è poi chiamato Saint-Gilles du-Gard (Gilles è la traduzione francese del nome Egidio). Un monastero diventato assai celebre, e per alcuni secoli meta di pellegrinaggi, appunto perché vi si custodivano i resti di questo santo monaco. Egidio da morto fu venerato in tutta la regione e gli sono stati poi attribuiti miracoli e vicende che nessun serio riscontro storico conferma. Come, per esempio, un viaggio a Roma sul finire della vita. E poi un incontro con Carlo Magno (nato nel 742, morto nell’814) che male si concilia per le date con l’episodio di un “re dei goti” con la cerva. Certe indicazioni biografiche (come quella di un viaggio di Egidio a Roma) sono considerate tentativi di sottrarre il monastero al controllo dei vescovi di Nîmes, competenti per territorio. Ma i fedeli erano attratti piuttosto dalla figura di Egidio, con la sua amabile carità. Non ricordavano parole memorabili di lui, ma piuttosto piccoli gesti affettuosi, umili vicende come quella della cerva. E lo invocavano come aiuto – “ausiliatore”, si diceva all’epoca – contro le disgrazie che colpivano i meno fortunati: pastori, barcaioli, mendicanti.