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24/05/2018

San Vincenzo di Lérins

Vissuto nel V secolo, negli anni della lotta della Chiesa contro l’eresia pelagiana, gallo di nazionalità, Vincenzo (che in latino significa “vittorioso”) fu monaco a Lérins, nel monastero fondato da sant’Onorato, e soprattutto scrittore ecclesiastico.
Oltre alle scarse notizie tramandate da Gennadio, si sa poco di lui. Certamente nel 434 scrisse l’importante opera, divisa in due libri (dei quali il secondo non è pervenuto, ma è riassunto in alcuni capitoli del primo), il Commonitorium, un opuscolo contro l’eresia: in essa, rivelandosi seguace del semipelagianesimo per quanto riguarda le dottrine della predestinazione e della grazia, vuole presentare la dottrina agostiniana in materia come una novità contraria alla tradizione. Al tempo stesso, enuncia con una formula felice il principio del pensiero tradizionale, e poi espone una sua teoria sul progresso dogmatico più in generale. In sostanza, vi si trova condensata la dottrina dei Padri sulle fonti della fede cristiana, e vengono forniti i criteri per distinguere la dottrina ortodossa. Profondo conoscitore delle Sacre Scritture e dotato di una cultura umanistica, il suo Commonitorium è notevole per chiarezza e precisione di pensiero (così come gli altri suoi scritti), e ha avuto una straordinaria diffusione dalla Riforma ad oggi, diventando uno dei baluardi nella lotta della Chiesa contro gli eretici. Morì a Lérins nel 450 circa.