San Miniato al Monte, alto luogo della storia fiorentina, della
sua vicenda cristiana. Ma il santo di nome Miniato dov’è? E chi è? Dove
sia, impossibile dirlo, e non esistono neppure indicazioni certe sulla
sua identità. Una Passio, tuttavia non antichissima, dice che in quel
luogo sarebbe stato decapitato un martire cristiano di nome Minias,
al tempo dell’imperatore Decio, famoso per la brevità del regno
(249-251) e per la durezza della persecuzione anticristiana da lui
ordinata. Da documenti dell’VIII secolo risulta che sul luogo era stata
poi costruita una basilica: e si dovrebbe allora pensare che proprio lì
si custodissero i resti del martire. Ma poi dev’essere sopraggiunto a
rubarli un vescovo del settentrione, Teodorico di Metz,
personaggio non nuovo alle opere di pio latrocinio. E da allora sembra
certa una cosa sola: che Miniato il santo è venerato in uno dei luoghi
più belli del mondo, dovunque si trovino i suoi resti. Anzi:
chiunque egli sia stato. Giacché neppure questo sappiamo bene. Oltre al
Minias di cui si è detto, un altro martire potrebbe aver dato al luogo
il suo nome, in versione italianizzata. Potrebbe infatti trattarsi di
san Mennas, segnalato dal Martyrologium romanum alla data dell’11
novembre, come martire in Egitto, presso il lago costiero Mareotides (in
arabo Marqut), probabilmente nel IV secolo. Certo è che il suo culto
ebbe diffusione vastissima in Africa e in tutto l’Oriente. Sul luogo del
martirio gli fu innalzato un santuario famoso per secoli nel mondo mediterraneo.