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23/07/2018

San Giovanni Cassiano

Come possibili suoi luoghi di nascita si indicano la Russia, la Siria, la Provenza. Di sicuro egli viene da una famiglia importante, fa buoni studi e verso i vent’anni lo troviamo a Gerusalemme, semplice monaco. Verso i 40 anni è a Costantinopoli, prezioso collaboratore e amico del patriarca Giovanni, che per la smagliante eloquenza è soprannominato “Crisostomo” (bocca d’oro), e che lo ordina pure diacono, forzando la sua volontà. Tutto cambia quando, in un conflitto tra il patriarca e alcuni vescovi, s’intromette anche l’imperatrice Eudossia: nell’agosto del 403 Giovanni Crisostomo viene deposto e esiliato. Gli amici del patriarca mandano allora Cassiano a Roma, per chiedere al papa Innocenzo I un intervento in favore dell’esule. Ma sarà inutile: richiamato brevemente a Costantinopoli, il Crisostomo sarà poi nuovamente espulso, e morirà in esilio.

A Roma, Giovanni Cassiano si ferma per alcuni anni, e nel 410 è testimone del saccheggio dell’Urbe a opera dei goti di Alarico. Nel 415 lo troviamo invece in Gallia, a Marsiglia, dove risulta essere anche sacerdote. Qui egli ritorna pienamente monaco, e fondatore di un monastero che sarà lungamente famoso: quello di San Vittore a Marsiglia.
E qui porta a termine le Istituzioni e le Conferenze, due opere fondamentali per il monachesimo occidentale prima di Benedetto da Norcia, che privilegiano la vita comunitaria rispetto a quella eremitica. Per lui, solo il monaco può dirsi imitatore perfetto del Cristo: un’affermazione che sarà poi respinta, perché considererebbe “imperfetti” senza rimedio tutti i credenti non monaci. Ma a questo “estremismo” di Giovanni Cassiano ha contribuito l’imperatore Teodosio (379-395) che per opportunismo politico ha dichiarato il Cristianesimo religione di stato, praticamente obbligatoria, riempiendo così la Chiesa di pseudo-cristiani, di credenti per obbligo, paura, comodità. È l’immagine di questa Chiesa inquinata a ispirare il rigore di Cassiano. Il quale è già “gridato santo” subito dopo la morte, tra i cristiani d’Occidente e tra quelli d’Oriente, che lo ricordano rispettivamente il 23 e il 28-29 luglio. Il monastero di San Vittore, nel quale Giovanni Cassiano ha concluso la sua vita (trovando, secondo le sue parole, il “sicurissimo porto del silenzio”), è poi andato distrutto durante la Rivoluzione francese.