San Francesco Borgia
Terzo Generale della Compagnia di Gesù, pronipote di Alessandro VI, san Francesco Borgia nacque a Gandia, in Spagna, nel 1510, dalla famiglia dei duchi di Gandia. Entrò giovanissimo alla corte di Carlo V, e vi fece una brillante carriera, giungendo ad essere governatore della Catalogna. Sposò Eleonora de Castro, da cui ebbe otto figli. Nel 1539 la morte dell’imperatrice Isabella lo turbò profondamente; rapidi dialoghi con sant’Ignazio di Loyola e con i suoi primi seguaci lo orientarono verso la vita religiosa, sicché dopo la morte della moglie (1546), spinto da un francescano e da Pietro Fabre, entrò nella Compagnia di Gesù – era l’anno 1548 – con facoltà, accordatagli con breve apposito di Paolo III, di restare nel mondo fino a che avesse sistemato i suoi figli e liquidato ogni altra questione e pendenza dinastica. Fu ordinato sacerdote nel 1551 e cominciò la sua attività come commissario della Compagnia di Gesù, che propagò in Spagna e nelle Indie. Ma le calunnie dei malevoli lo misero in cattiva luce presso Filippo II e di fronte all’inquisizione; allora Pio IV lo chiamò a Roma, dove venne eletto vicario e infine generale dell’Ordine: era il 1565. Fondò così il Collegio Romano, il noviziato di Sant’Andrea al Quirinale, la chiesa del Gesù. Rifiutò più volte il cardinalato. Pio V lo mandò in Francia, Spagna e Portogallo per trattare la Lega santa, che portò alla vittoria di Lepanto; dal viaggio tornò sfinito e morì poco dopo, nel 1572. Lasciò scritti ascetici e lettere. Le sue caratteristiche principali furono l’umiltà, e una grande devozione all’eucarestia e alla Vergine; vigilò sullo spirito originale dei gesuiti e impose a tutti l’ora di meditazione quotidiana. Canonizzato nel 1671 da Clemente X, le sue ceneri, portate a Madrid, andarono quasi interamente disperse durante la Rivoluzione del 1931.
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