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01/03/2018

San Felice III

Papa dal marzo 483 al marzo 492, dovrebbe essere chiamato Felice II e non III, perché Felice II fu un antipapa; ma per non interrompere la numerazione seguita dagli antichi, è convenuto da tutti chiamarlo III. Apparteneva a una famiglia illustre, Anicia, di stirpe senatoria. Suo padre, pure Felice di nome, era il presbitero lodato da Leone Magno per avere eseguito i grandiosi lavori di restauro della basilica Ostiense. Felice figlio era diacono, quando, mortagli la sposa Petronia, fu eletto dal suffragio del clero e del popolo a succedere a papa Simplicio. Prima sua cura fu cercare di scongiurare la rovina della Chiesa orientale, funestata dal monofisismo. Raccolto un sinodo di vescovi e preti, si ascoltarono gli accusatori e fu chiaro che il principale responsabile era Acacio, il quale agiva da papa greco e sospingeva a conseguenze estreme una politica scismatica già inaugurata da alcuni suoi predecessori. Si decise di mandare sulle rive del Bosforo i vescovi Vitale e Misero e il “difensore della Chiesa” Felice, muniti di lettere per l’imperatore e il patriarca. Ma i legati romani, appena giunti alla meta, furono dapprima caricati di catene e derubati dei documenti; poi l’imperatore creò loro un contorno di lusinghe e doni, sicché essi celebrarono con Acacio e presiedettero a una funzione in Santa Sofia, lasciando credere in tal modo che la Chiesa romana approvasse l’eretico Enotico di Zenone. Papa Felice, informato segretamente dell’indegno procedere dei suoi legati, li scomunicò in un concilio di settantasette vescovi e del pari scomunicò Acacio, spogliandolo del sacerdozio. Per portare il pericoloso messaggio fu scelto il “difensore della Chiesa” Tuto, che seppe giungere segretamente a Costantinopoli e rifugiarsi in un monastero di Acemeti. Un coraggioso monaco si assunse il compito di recapitare la sentenza romana: e cioè la appuntò con una spilla sul manto stesso del patriarca mentre faceva il suo ingresso solenne in Santa Sofia. Allora scoppiò una rissa furibonda nel tempio, e il monaco fu trucidato sul posto, ma tutti seppero così della condanna di Roma contro il manipolatore dell’Enotico. Tuttavia, forte della protezione imperiale, il caparbio Acacio ignorò la Felice morirà poi mentre Teodorico contendeva a Odoacre, assediato in Ravenna, il regno d’Italia. È l’unico papa sepolto nella basilica di S. Paolo, dove era il sepolcro della sua famiglia e dove egli stesso vi aveva già composte le salme dei figli Paola e Gordiano. Felice – al quale successe san Gelasio – fu bisnonno di san Gregorio Magno, che nei suoi scritti lo chiama appunto atavus meus.condanna papale e in tal modo trascinò l’Oriente in uno scisma che durerà trentacinque anni.