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Mar Musa, monastero dedicato a san Mosè l'Abissino, sorge in mezzo al deserto, in cima a una montagna scoscesa, nei pressi della cittadina di Nebek, in Siria. Abbandonato da due secoli, è stato restaurato grazie alla tenacia di un gesuita italiano, Paolo Dall'Oglio, che vi ha fondato una comunità monastica di rito siriaco. Mar Musa è luogo di accoglienza e di apertura, dedicato al dialogo islamo-cristiano. Qui, uomini e donne ritrovano l'esperienza millenaria del deserto: privazione, silenzio, lavoro e preghiera. Guyonne de Montjou ha incontrato Paolo Dall'Oglio a Mar Musa e ne ha raccolto la storia e la testimonianza, che ha poi raccontato in questo libro, in cui la parola di padre Paolo si alterna alle impressioni della giornalista.
È passato più di un anno da quando si sono perse le tracce di padre Paolo Dall’Oglio; più di quattrocento giorni trascorsi nella quasi indifferenza dei media. Che l’avanzata e le barbarie dell’Isis hanno risvegliato, costringendoli a riaccendere i riflettori sul Medio Oriente; quelle luci che il gesuita non aveva mai spento. Infatti, mentre i politici inseguivano improbabili equilibrismi e i fondamentalisti portavano avanti la loro ideologia di morte, padre Dall’Oglio impugnava testardamente la bandiera della tolleranza e del dialogo interreligioso.
De Montjou, giornalista francese esperta di “cose mediorientali”, lo ha incontrato anni fa presso Mar Musa, la comunità monastica da lui fondata nel cuore del deserto.
"Paolo Dall'Oglio, l'uomo del dialogo" racconta la sua storia (dalla militanza giovanile alla vocazione, dal primo viaggio in Siria alla scomparsa): una storia di speranza.
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