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La fatica di diventare grandi. La scomparsa dei riti di passaggio

Libro di   Marco Aime Gustavo Pietropolli Charmet

La fatica di diventare grandi. La scomparsa dei riti di passaggio Libro di  Marco Aime, Gustavo Pietropolli Charmet
€ 12,00 € 11, 40 -5%
Disponibile a partire da 5 giorno/i

Nella materia liquida di questo tempo che indebolisce ogni gerarchia, i conflitti tra le generazioni sembrano passati di moda. Genitori e figli si trovano vicini all'improvviso, tanto nei comportamenti quanto nel modo di guardare il mondo, in famiglie che, invece di essere allargate, sono "allungate". Al posto del classico rapporto di subalternità, compare cosi una condizione più complice e paritaria, che in alcuni casi si trasforma in vera e propria amicizia. Un fatto all'apparenza positivo, ma che nasconde una questione cruciale: non è sulla frattura condivisa tra giovani e adulti che si struttura l'identità? In questo libro Marco Aime e Gustavo Pietropolli Charmet affrontano la progressiva svalutazione di quei riti di passaggio, come la leva militare o il fidanzamento, che scandivano fino a ieri lo sviluppo del nostro ruolo sociale, e le sue conseguenze. Perché, se l'autorità dei genitori tende all'estinzione, la scuola perde d'importanza e l'ingresso nel mondo del lavoro pare sempre più un miraggio, quando arriva il momento delle responsabilità?

Genitori che vivono come eterni adolescenti, figli che nei modi e negli atteggiamenti sembrano già adulti, ma che in realtà non hanno gli strumenti per esserlo. In un'epoca in cui non esistono più riti di passaggio, come si fa a capire quando è giunta l'età delle responsabilità?
Questa difficile domanda è il tema del dialogo tra lo studioso delle culture e lo psicoterapeuta.
I riti di passaggio verso l'età adulta, nella moderna società occidentale, erano ad esempio l'esame di maturità, la patente, il primo giorno di lavoro, il matrimonio. Ma attualmente la loro importanza è quasi svanita in confronto ad altri eventi: il primo cellulare, il motorino, l'auto... Non è forse vero che i nostri figli si ritengono già grandi una volta ottenute queste cose? "Cose", appunto. Giudicate fondamentali per non essere diversi dal gruppo. Ed entrano così in quella categoria detta del "giovane adulto" (tanto amata dalla società del consumo) da cui fanno molta fatica a uscire.
Chissà perché. Forse perché l'età adulta e quindi la vecchiaia è qualcosa da ritardare il più possibile, ché essere vecchi "è out"?
Un saggio coinvolgente per riflettere sui rischi del vivere un eterno presente.

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